EosArtsxiii

La mostra “Eos Arts xiii. Il mito di Fellini. Scatti iconici di Mimmo Cattarinich” promossa dall’Associazione Culturale Eos Sud in collaborazione con l'Associazione Culturale Mimmo Cattarinich di Roma e Glocal Project Consulting, è lo straordinario risultato del lavoro in rete di importanti operatori del settore culturale a livello nazionale e internazionale.

Si tratta di un progetto di ampio respiro che vuole celebrare il patrimonio unico del cinema italiano, conosciuto e amato nel mondo per la sua unica capacità di parlare al cuore degli spettatori attraverso una rassegna costituita a partire dall’archivio fotografico del Maestro che racconta una storia inedita sul grande cinema italiano dai primi anni Sessanta fino agli inizi del terzo millennio.

Nel firmamento internazionale dello star system i divi italiani brillano pur sempre di una identità unica alla quale hanno dato un contributo tanti eccezionali professionisti che dietro le quinte dell’industria del cinema hanno avuto un ruolo insostituibile. Sono gli anni '30 quando nasce ufficialmente in italia la figura del fotografo di scena: non più un'anonima maestranza come all'epoca del muto ma un autore accreditato.

La fotografia diventa parte fondamentale del successo di un film e le case di produzione ingaggiano importanti fotografi, tra questi Mimmo Cattarinich (Roma, 1937 – 2017) che spicca come il maestro che ha lasciato la più ricca documentazione fotografica dei successi del cinema italiano.

Cattarinich nasce come fotografo di cinema, cresciuto nell’ambiente dei cineasti, familiarizzandosi alla luce e alle pellicole fin da bambino. Una intera esistenza spesa nel suo lavoro per il quale aveva una passione smodata, era il più giovane di quella schiera di professionisti, ribattezzati paparazzi da Fellini, che avevano segnato le cronache degli anni Sessanta.

Pochi sanno che il termine paparazzo ha origine proprio a Catanzaro! Tutto ha inizio con George Gissing che immortala in “Sulla riva dello Jonio” l'albergatore catanzarese Coriolano Paparazzo. È da questa singolare figura che Fellini e Ennio Flaiano, dovendo attribuire un nome al personaggio del fotografo de “La dolce vita”, utilizzarono quello dell’albergatore catanzarese. In seguito al grande successo internazionale della pellicola, il termine paparazzo divenne sinonimo di fotoreporter specializzato nel documentare la vita delle star.

Alla fine Cattarinich approdò veramente sul set di Fellini come fotografo di scena, seguendolo film dopo film con devozione e ammirazione infinita.

Dal suo sterminato archivio la curatrice Dominique Lora ha tratto una splendida e ricca selezione di fotografie dedicata proprio al grande Fellini.

Sono presenti inoltre altre sezioni che ripercorrono mezzo secolo di cinema italiano attraverso i corpi e i volti delle attrici e degli attori che lo hanno reso famoso in tutto il mondo.

In aggiunta ai capolavori di Fellini Toby Dammit (1969), Fellini Satyricon (1969) e La voce della Luna (1990), in mostra sono incluse immagini significative di celebri film realizzati dall’inizio degli anni '60 fino ai primi anni '90, tra cui Medea (1969), Mamma Roma (1962) e Canterbury Tales (1972) di Pier Paolo Pasolini, Il Tigre di Dino Risi (1967), Fratello Sole sorella Luna di Franco Zeffirelli (1972), Il Tè nel Deserto di Bernardo Bertolucci (1990), Il Mostro di Roberto Benigni (1994), Legami di Pedro Almodovar (1990), Viaggi di nozze di Carlo Verdone (1995), e molti altri ancora.

Ricca è anche la selezione di ritratti eseguiti in studio e spesso destinati alla pubblicazione in grandi riviste di settore e non.

Mimmo Cattarinich riesce a cogliere l’intensità o la leggerezza di un momento, la profondità di un’espressione, l’attimo fuggente di un gesto e di uno sguardo. I suoi scatti narrano le vicende di uomini e donne che portano una maschera e ne rivelano i segreti nell’effimero istante in cui sono sul punto per indossarla o di togliersela. In tal modo, quando ritrae artisti e registi dentro o fuori dal set, il fotografo sovrappone opera e individuo quasi la loro verità e la loro identità si trovassero in bilico tra reale e artificio, tra sogno e realtà.

Il risultato, che siamo orgogliosi di presentare a Catanzaro, è un viaggio nella memoria, una sorta di storia del nostro cinema attraverso l’occhio indagatore di un maestro dell’immagine.

L’invito è di cogliere negli scatti iconici di Mimmo Cattarinich tutta la ricchezza e la varietà del cinema italiano e internazionale, impressa da uno sguardo delicato e seducente.

È un attento procedimento alchemico grazie al quale gli scatti di Cattarinich si trasformano come per incantesimo in icone del nuovo rito con cui si stava definendo l’identità del cinema italiano e con esso della nostra memoria collettiva.

La realizzazione della mostra, infine, è stata resa possibile grazie al contributo della Regione Calabria PAC 2014/2020 Asse VI Az. 6.8.3 – Avviso Pubblico Eventi Culturali 2021.